“L’opera d’arte è sempre una confessione.”   Umberto Eco 

 

Trovarsi davanti ad un foglio bianco, immacolato, terso, guardarlo con timore, osservare la trama della carta, poi cominciare con un piccolo segno a ferire quella purezza, continuare il disegno, prendere consapevolezza delle immagini che stanno nascendo, seguire inconsciamente un pensiero partorito nell’attimo seguente, continuare con forza, felicità, rabbia, sogno, parole, amore.

Poi senza indietreggiare, senza tentennamenti spargere colore, violento a volte, delicato altre, come fare l’amore con la donna amata, concedersi e raccogliere, vedere la carta , prima immacolata, rinascere, diventare racconto, stupirsi delle forme e dei colori della fantasia, arrivare al momento di doversi staccare dal foglio per concludere l’opera che potrebbe non finire mai.

Staccarsi, lasciare decantare il proprio lavoro, poi, dopo qualche giorno, rivederlo per leggere nei segni e nei colori la mia vita più segreta, le mie confessioni, questo è quello che è per me esprimermi su carta.